jueves, 1 de febrero de 2018




ACQUA IN BOTTIGLIA O ACQUA DEL RUBINETTO?

Acqua in bottiglia o acqua del rubinetto? La pubblicità ci mostra sempre modelle magre che bevono quel tipo di acqua, atleti che scelgono quell'altra, acqua che fa dimagrire, acqua che fa stare meglio, bottiglie colorate o pratiche da portare in borsa. Ma è solo marketing? A dire il vero, si. Non c'è particolare motivo per preferire l'acqua imbottigliata all'acqua che esce dai rubinetti di casa nostra. Vediamo il perché.

L'acqua minerale è acqua che proviene da una sorgente di per sé pura e protetta, quindi sgorga già possedendo delle caratteristiche naturali di qualità. Viene poi imbottigliata da aziende private in vetro o plastica, trasportata su e giù per l'Italia (per l'80% su camion) e venduta negli scaffali dei negozi, supermercati o distributori automatici a prezzi variabili (il mezzo litro in centro a Roma può anche costare due euro, se siete turisti americani!). Per legge quest'acqua viene controllata una volta all'anno da parte delle aziende imbottigliatrici stesse, che inviano al Ministero della Salute una autocertificazione. L'acqua minerale subisce pochi trattamenti, oltre all'aggiunta di anidride carbonica per renderla frizzante, può anche essere trattata con aria arricchita di ozono per separare alcuni composti come ferro, manganese, zolfo e il “poco gradito” arsenico.

L'acqua del rubinetto invece può avere origini di vario tipo, può essere prelevata direttamente da una fonte e avere già buone qualità naturali, oppure in alcuni casi può aver bisogno di trattamenti che ne migliorino le caratteristiche chimico-fisiche o la rendano più sicura per la salute umana. Tutte le acque del rubinetto vengono sottoposte a disinfezione per proteggerle durante il tragitto nelle turbature fino alle nostre case. La legge italiana prevede un minimo di 4 analisi all'anno, numero che aumenta in base al volume di acqua distribuito ogni giorno e alle caratteristiche dell'acquedotto. Le analisi sono svolte sia dalla società che gestisce l'acquedotto che dalle Asl, quindi da due soggetti indipendenti tra loro, che svolgono analisi su 67 parametri, più di quelli previsti per le acque in bottiglia. In poche parole, l'acqua cosiddetta “del sindaco” che arriva nelle nostre case, non ha niente da invidiare a quella in bottiglia dal punto di vista della qualità, e anzi è quattro volte più controllata di quella che compriamo al supermercato. Il costo? Dipende dal gestore, ma l'ordine di grandezza è fino a mille volte di meno. Decisamente un affare.

Spesso però non ci fidiamo a berla, magari perché arriva con un sapore non proprio gradevole. Il più delle volte dovuto al cloro usato per la disinfezione, nel qual caso, essendo i cloro un elemento volatile, basta lasciarla arieggiare per una mezz'ora nella brocca prima di consumarla e il gusto migliora. Può anche succedere che non sia solo il “saporaccio” il problema, la società di gestione del servizio idrico ha la responsabilità di garantire la qualità dell'acqua fino al contatore, dopo di che è responsabilità del padrone di casa o del condominio garantire che le tubature finali siano in buono stato in modo da non alterare la qualità dell'acqua. È buona prassi dunque informarsi e controllare lo stato delle tubature della propria abitazione, e nel caso intervenire con sistemi di filtrazione domestici.

Come ben sappiamo, le varie acque in bottiglia hanno caratteristiche diverse, poco sodio, residuo fisso bassissimo (sotto ai 50 mg/l) o elevatissimo (1500 mg/l), ed è spesso su queste proprietà che gioca il marketing per convincerci a comprare questa o quella marca. Nello scegliere dobbiamo però ricordare che l'acqua non deve essere priva di elementi, la presenza di sali minerali è anzi fondamentale per la nostra salute. Acque cosiddette “estreme”, con elevate o bassissime concentrazioni di alcuni elementi, possono non fare bene alla salute, anzi dovrebbero essere assunte sotto consiglio e controllo medico. Se vogliamo poi perdere un po' di peso, bere molta acqua aiuta, ma non è di certo il poco sodio disciolto in acqua che può fare la differenza rispetto a quello che usiamo per cucinare, per condire, o che è presente naturalmente nei cibi.

Se possiamo scegliere l'acqua in bottiglia in base alla sua composizione, non possiamo fare lo stesso per l'acqua del rubinetto. Possiamo però conoscere i risultati delle analisi, che la maggior parte degli acquedotti pubblicano regolarmente su internet, comunicano attraverso la stampa locale o in alcuni casi direttamente in bolletta. In questo modo potremo controllare in prima persona che il contenuto di sali minerali e altre sostanze sono adeguati per le nostre esigenze fisiologiche.
Nello scegliere di comprare una bottiglia invece che riempire una brocca, non scordiamoci di pensare anche al contenitore e non solo al contenuto. L'impatto ambientale dell'acqua “in brocca” deriva dalla costruzione e gestione dell'acquedotto, dei sistemi di captazione, trattamento e distribuzione. Per l'acqua in bottiglia il discorso è più ampio, in quanto alle attività di prelievo, trasporto e imbottigliamento dobbiamo aggiungere l'energia e le risorse impiegate per produrre le bottiglie, per lo più di plastica, e il carburante consumato e l'anidride carbonica emessa per il trasporto dalla azienda ai punti vendita. Non finisce qui, aggiungiamo il nostro trasporto dal supermercato a casa, e la fine che fa una bottiglia di plastica se per caso (ma non è il nostro caso, vero?) non viene buttata nel secchio del riciclo.

Riepilogando, l'acqua minerale sgorga pura, viene analizzata una volta l'anno, viene imbottigliata e trasportata per chilometri e chilometri su camion, e viene massicciamente promossa come miracolosa per la nostra linea. L'acqua del rubinetto è controllata 4 volte più frequentemente di quella in bottiglia, il contenuto di sali e altre sostanze è adeguato alle nostre necessità di salute, costa molto poco, non si fa pubblicità, e ha un impatto ambientale ridotto.

Non so voi, ma io vado a bermi un bel bicchiere d'acqua, del rubinetto ovviamente.

FONTE: Viviana Valentini
https://www.greenme.it/consumare/acqua/3829-acqua-in-bottiglia-o-acqua-del-rubinetto

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